Anoressia
Caratteristiche cliniche nell'Anoressia
I criteri diagnostici che nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali definiscono l’Anoressia Nervosa, sono in sintesi:
- Rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra o al peso minimo normale per l’età e la statura (presenza di peso corporeo inferiore all’85% di quello previsto, con indice di massa corporea pari o inferiore a 17.5);
- Eccessiva valutazione e controllo della forma del corpo e del peso; autovalutazione centrata principalmente o esclusivamente sulla forma del corpo, sul peso e sulla capacità di controllarli;
- Amenorrea, ossia assenza di almeno 3 cicli mestruali consecutivi; una donna viene considerata amenorroica se i suoi cicli si manifestano solo a seguito di somministrazione di ormoni (es. estrogeni).
L’Anoressia Nervosa può essere divisa in 2 sottotipi diagnostici:
“Anoressia con restrizioni” e “Anoressia con abbuffate/condotte di eliminazione”.
Il sottotipo “con restrizioni” è caratterizzato dalla presenza di una rigida restrizione alimentare senza la presenza regolare di abbuffate o condotte di eliminazione.
Viceversa il sottotipo con abbuffate/condotte di eliminazione è definito dalla presenza di una rigida restrizione alimentare interrotta da abbuffate, da vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi o diuretici.
La persona che soffre di Anoressia Nervosa risulta gravemente sottopeso a causa della drastica diminuzione dell’alimentazione quotidiana. L’oggettivo stato di denutrizione ed emaciazione del proprio corpo non appare tuttavia percepito dalla persona, la quale nella maggior parte dei casi non si rende conto della propria effettiva condizione fisica, bensì si percepisce come “ancora grassa”, almeno in alcune parti del corpo (in genere cosce, glutei, addome), oppure si sente soddisfatta e rassicurata dalle forme corporee attuali.
Sulla base di tale grave alterazione della propria immagine corporea la persona vive con intenso terrore e strenue opposizione l’idea di recuperare un peso normale, in quanto ciò viene considerato come “tornare ad essere grassa”, e si mostra indifferente alle conseguenze del disturbo sul piano della salute fisica.
Tali rigide idee conducono frequentemente alla “negazione” del problema, da cui segue la resistenza oppure la ferma opposizione al trattamento del disturbo.
Nei soggetti con Anoressia Nervosa i criteri di valutazione di sé e l’autostima sono fortemente influenzati dalla forma fisica e dal peso corporeo.
La perdita di peso viene considerata come una straordinaria conquista ed un segno di ferrea autodisciplina, mentre l’incremento ponderale viene esperito come una inaccettabile perdita delle capacità di controllo.
Per evitare di recuperare peso la persona attua quotidianamente dei comportamenti sintomatici tipici del disturbo, quali seguire una dieta estrema e ferrea, fare esercizio fisico in maniera eccessiva, indursi il vomito dopo aver mangiato anche piccole quantità di cibo.
L’anoressia genera numerose e gravi conseguenze negative sul piano psicologico, sociale e fisico della persona.
Il pensiero è quasi costantemente focalizzato sul cibo e sulle calorie.
La capacità di concentrazione è spesso diminuita, anche se la persona può non esserne completamente consapevole perché si sforza di focalizzarsi su ciò che sta facendo (es. studiare, lavorare, etc.). In parte il peggioramento della concentrazione è dovuto alla presenza di pensieri ossessivi ricorrenti sul cibo e sull’alimentazione che interferiscono con la capacità di concentrarsi su altro.
Molte pazienti contano le calorie di tutto quello che mangiano, al fine di non superare quanto stabilito dalle regole alimentari. Spesso leggono libri di cucina o preparano sofisticate e ipercaloriche ricette per i familiari, fantasticando sul sapore di quei cibi ma riservando a se stesse i pochi alimenti ipocalorici consentiti.
Il pasto diventa come un rituale che spesso la persona vorrebbe svolgere in solitudine, lontana da sguardi esterni giudicanti.
Alcune persone ad esempio mangiano in modo molto lento, oppure sminuzzano il cibo in piccole parti.
Come precedentemente descritto, in alcune persone la restrizione dietetica è interrotta da abbuffate.
Rispetto a ciò, inoltre, si rileva come in molti casi si verifica una ‘migrazione diagnostica’ tra le differenti forme di DCA, in cui il disturbo tende ad esordire con una rigida restrizione dietetica, a cui segue la perdita del controllo alimentare e lo sviluppo delle abbuffate. In tal modo, si verifica una ‘migrazione’ del disturbo dall’Anoressia alla Bulimia.
Nell’Anoressia, similmente a ciò che avviene nella Bulimia, le abbuffate possono essere dettate dall’impulso, oppure essere accuratamente programmate (v. articolo abbuffate compulsive), e spesso l’abbuffata è seguita da comportamenti compensatori quale vomito auto-indotto o uso improprio di lassativi o diuretici (‘purging’), oppure da un successivo digiuno e un esercizio fisico intenso.
Parallelamente alla grave alterazione del comportamento alimentare, l’Anoressia influenza marcatamente l’umore della persona, che tende ad essere deflesso.
In alcuni casi, viceversa, è presente marcata iperattività, generalmente associata al desiderio di bruciare le calorie ingerite, ed umore euforico, altresì correlato al raggiungimento di quanto desiderato in termini di controllo del peso.
La persona che soffre di Anoressia tende a diventare sempre più solitaria, introspettiva, focalizzata su se stessa e chiusa nella sua routine quotidiana, perde interesse per le cose che un tempo le piacevano.
Sul piano psicologico, inoltre, spesso emerge forte irritabilità e nervosismo, e le relazioni con gli altri diventano molto tese e conflittuali. Gli altri possono essere vissuti con insofferenza e rabbiosità, soprattutto al momento dei pasti.
L’alterazione del comportamento alimentare ostacola gravemente le relazioni sociali, portando la persona ad un progressivo isolamento. Mangiare in pubblico può diventare fonte di forte ansia e disagio, le situazioni di festa sono fortemente temute per la previsione di dover mangiare di più, e di fronte ad altre persone.
Le persone che soffrono del disturbo da molto tempo spesso pensano che l’attuale modo di pensare sentirsi e comportarsi rifletta la loro personalità, mentre la loro vera personalità è mascherata dai sintomi del disturbo.
Spesso chi soffre di Anoressia Nervosa si impegna moltissimo nello studio o nel lavoro, presentando marcati tratti perfezionistici. Frequentemente il desiderio di raggiungere risultati elevati sottende un’autostima negativa oppure instabile, la persona avverte il bisogno di ricevere continue approvazioni dagli altri e di dimostrare a sé stessa di essere capace di riuscire in qualcosa.
Il bisogno di approvazione e la vulnerabilità alle critiche altrui si estende, soprattutto nelle persone in età adolescenziale, anche sul corpo. Spesso le battute sarcastiche sul proprio aspetto fisico da parte dei coetanei costituiscono la “molla” per iniziare pericolose diete, finalizzate a raggiungere, mediante una ‘magrezza’ che si trasforma gradualmente in ‘emaciazione’ o ‘scheletrismo’, la sicurezza in sé profondamente desiderata.
Le difficoltà legate all’autostima costituiscono sia un fattore di rischio nello sviluppo del disturbo alimentare, sia un importante fattore di mantenimento in quanto, considerandosi negativamente sulla maggior parte degli altri obiettivi e ambiti di vita desiderati, per molte pazienti anoressiche l’autostima e la sicurezza di sé poggiano sulla capacità di sopportare la fame.
Complicanze fisiche nell’Anoressia Nervosa
L’Anoressia Nervosa è associata a marcate complicanze fisiche secondarie al grave sottopeso. L’entità delle anomalie fisiche è dipendente dalla severità della deprivazione alimentare e delle condotte compensatorie.
A fronte di tale quadro sintomatico risulta sempre necessario che l’intervento psicoterapeutico sia affiancato da un’accurata valutazione medica finalizzata ad esaminare lo stato fisico della paziente.
In caso di presenza di gravi condizioni cliniche (es. severa o rapida perdita di peso con IMC molto basso, marcate complicazioni fisiche) il trattamento indicato è il ricovero ospedaliero in unità specializzate per la cura dei DCA.
La grande maggioranza delle anomalie fisiche provocate dal disturbo alimentare scompaiono gradualmente con il ripristino di un comportamento alimentare sano e di un adeguato Indice di Massa Corporea.
La grave perdita di peso nell’Anoressia è associata a complicanze fisiche quali:
riduzione della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca (elevato rischio di aritmia cardiaca)
riduzione della temperatura corporea (la diminuzione della temperatura corporea può causare sensazione di freddo intensa)
deterioramento della forza ossea (rischio di osteoporosi e fratture)
assottigliamento, secchezza o perdita dei capelli
“lanugo” (comparsa di peluria su viso, addome, schiena, braccia)
pelle secca
riduzione del sonno
palmi delle mani e dei piedi giallo-arancio
arresto del ciclo mestruale (amenorrea)
l vomito auto-indotto e l’abuso di lassativi sono associati a complicanze fisiche quali:
alterazioni elettrolitiche
rigonfiamento delle ghiandole salivari
reflusso gastroesofageo
erosioni dello smalto dentale, carie dentali
affaticamento
disidratazione
gonfiore addominale
rigonfiamento dei piedi e delle caviglie
ulcere o lacerazioni della mucosa della bocca o della gola
costipazione, crampi gastrici
intorpidimento e formicolio degli arti
capogiri, debolezza, svenimenti
Indice di Massa Corporea (IMC) nei Disturbi Alimentari
L’indice di Massa Corporea consente di rappresentare il peso della persona in relazione alla sua altezza. Esso è costituito dal peso (in Kg) diviso per il quadrato dell’altezza (in m).
Significativamente sottopeso 17.5 o inferiore
Sottopeso 17.6-18.9
Peso basso 19.0-19.9
Peso normale 20.0-24.9
Sovrappeso 25.0-29.9
Obesità 30.0 o maggiore
AUTORE: Dott.ssa M. Gaudio – Psicologa Psicoterapeuta
sedi: Mirano (Venezia) – Padova
Si consiglia la lettura degli articoli:
“Psicoterapia dei Disturbi Alimentari”
“Il circolo vizioso dieta e abbuffate compulsive nei Disturbi Alimentari Anoressia e Bulimia”
Dott.ssa M. Gaudio
Psicologa Psicoterapeuta
Studio di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale Venezia Padova
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